I Sabini

I Sabini rientrano nel gruppo di popolazioni italiche centro meridionali di lingua osco-umbra, stanziatisi a cavallo dell'Appennino abruzzese tra le valli dell'Aterno e del Nera.

Ultima modifica 12 ottobre 2023

Catone nelle Origines, tracciando la storia di Roma (in cui i Sabini avevano un ruolo fondamentale), aveva narrato le loro origini da Sabo, dio indigeno.

Da Testruna, vicino ad Amiternum, essi erano penetrati nella conca reatina, occupata dagli Aborigeni, popolazione di origine greca, sovrapponendosi ad essi. 

Strabone narrava che dai Sabini avevano avuto origine i Piceni, stanziati sul versante adriatico della penisola, i Sanniti e i Lucani. 

Dalla conca reatina, oltrepassati i Monti Sabini, essi avrebbero inviato nella piana tiberina coloni a fondare città, nelle quali vivevano senza mura. Tra queste Cures, la capitale storica della Sabina Tiberina. 

I Sabini del Tevere occupavano, dunque, tutto il territorio sulla riva sinistra del fiume, delimitato dai Monti Sabini, dal Tevere e dai fiumi Nera e Aniene. Le fonti ci tramandano i nomi di alcune città: Cures, Eretum, Trebula Mutuesca e Forum Novum. Essi erano distinguibili per i bracciali e gli anelli d’oro sfoggiati dai suoi guerrieri e dall’opulenza della città di Cures.

Differentemente da questi c’erano i Sabini dell’area più montuosa e povera, delle città di: Reate, Norcai e Amiternum, che entrarono in contatto con i Romani solo molto più tardi, agli inizi del III secolo a.C.

 

I Sabini era un popolo dallo stile di vita sobrio , ma molto valido dal punto di vista sociale e politico. Essi svilupparono metodi di coltivazioni e allevamento per crescere e arricchirsi, entrarono in contatto con altre popolazioni italiche traendovi benefici a livello economico e culturale. Essi giunsero a organizzazioni urbane di una certa complessità, curavano il gusto del bello, a cui veniva associata la testimonianza del potere. I romani conquistarono la Sabina (la terra madre dei Sabini) nel 295 A.C. e rimasero conquistati dalla bellezza, dalla ricchezza e dalla raffinatezza di questo popolo. Lo storico Quinto Fabio Pittore, riferisce  infatti che i Romani avvertirono per la prima volta i benefici della ricchezza quando divennero signori dei Sabini. 

Alcuni re di Roma furono infatti Sabini, il primo fu Numa Pompilio, succeduto a Romolo, poi anche Anco Marzio, eletto successivamente. 

Lo studio dei materiali raccolti in alcune aree archeologiche (oinokoe, kilix, kantaros e anfore sabine) generalmente corredi di tombe portati alla luce dalle necropoli del Giglio, di San Biagio, di Castellano e di Collicello e la necropoli di Otricoli ha permesso di ricreare le linee fondamentali della cultura dell'antico insediamento sabino di Magliano  Esso fu realizzato nel corso del VII secolo, secondo uno schema ben noto nello stesso periodo cronologico in Etruria e nel Lazio. Infatti esso si erge su un colle ben difendibile, separato da un vallone dalle alture adiacenti. Le necropoli venivano disposte ad oriente. 

Lo sviluppo di questa comunità si deve in gran parte alla sua posizione, che domina il Tevere, arteria di fondamentale importanza nell'antichità, per gli scambi commerciali e culturali. Ciò gli consentiva il controllo delle vie trasversali di comunicazione percorse dalla transumanza delle greggi che permisero una vasta mobilità di persone, di tradizioni artigiane e di materiali e un'ampia circolazione di modelli culturali.


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